Ivan Turgenev, Memorie di un cacciatore (1852)
Francesca Lazzarin
Memorie di un cacciatore (1852) di Ivan Turgenev
Turgenev sfrutta il tema dell’arte venatoria come punto di partenza per raccontare il variegato universo naturale e umano che le lunghe giornate trascorse percorrendo chilometri alla ricerca di fagiani o lepri permettono di esplorare a fondo, tra un bosco e un villaggio, una sterminata radura e una dimora nobiliare. La pluralità di ciò che il cacciatore (io narrante e trait d’union delle composite Memorie) ha modo di vedere, sentire e toccare con mano ben si riflette nella diversità dei testi che vanno a formare questo ciclo, destinato a imprimere una netta svolta nella rappresentazione della provincia russa e dei suoi abitanti in letteratura.
Cita come:
Francesca Lazzarin, Ivan Turgenev, Memorie di un cacciatore (1852), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-30, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0033
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Ivan Turgenev (1818-1883)
Ivan Sergeevič Turgenev, cristallizzatosi nell’immaginario collettivo come il più ‘europeo’ degli autori russi dell’Ottocento, complici la pluriennale permanenza in Occidente e la passione per la cultura tedesca e francese, nella sua opera aveva però affrontato i nodi cruciali della Russia a lui contemporanea.
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