Anton Čechov, Il giardino dei ciliegi (1903-04)
Francesca Lazzarin
Il giardino dei ciliegi (1903-04) di Anton Čechov
La colorita compagine di tipi umani del Giardino dei ciliegi, sorta di orchestrina del Titanic intenta a suonare nel bel mezzo del naufragio, talvolta smarrendosi, tra i dialoghi di questo ‘dramma non drammatico’, in discorsi senza capo né coda in attesa della risoluzione di un conflitto sospeso nell’aria, pare anticipare alcune tendenze che avrebbero segnato i palcoscenici del Novecento, dal teatro dell’assurdo a quello della crudeltà.
Cita come:
Francesca Lazzarin, Anton Čechov, Il giardino dei ciliegi (1903-04), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-27, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0007
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Anton Čechov (1860-1904)
Anton Pavlovič Čechov è ad oggi il drammaturgo russo più rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo, ma la sua produzione letteraria in prosa non è da meno in termini di spessore e innovatività: come nel teatro, anche nello sterminato corpus dei racconti, usciti nell’arco di appena un quarto di secolo (1880-1904) a causa della prematura scomparsa dell’autore, si coglie acutamente lo spirito del tempo e si anticipano non poche tendenze del XX secolo.
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