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Vladimir Galaktionovič Korolenko (1853-1921)
In quasi tutte le biografie di Vladimir Korolenko viene riportata la celebre frase che Arkadij Gornfel’d pronunciò in occasione del sessantacinquesimo anniversario della nascita dello scrittore: “La sua opera migliore non è né Il sogno di Makar, né Il musicista cieco e nemmeno Senza lingua. La sua opera migliore è egli stesso, la sua vita, la sua essenza”. Una vita, che, come avrebbe scritto Gor’kij, ricalcava “il difficile cammino di un eroe”. Scrittore, giornalista, attivista politico, paladino dei diritti umani, Korolenko aveva affrontato con coraggio l’epoca zarista, schierandosi regolarmente dalla parte dei più deboli, e con altrettanto coraggio avrebbe accolto l’ascesa del bolscevismo, denunciandone il ricorso alla violenza, alle leggi militari, il ripristino della censura preventiva.
Cita come:
Roberta De Giorgi, Vladimir Galaktionovič Korolenko (1853-1921), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-6, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus1048
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