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Immagine tratta da © prodetlit.ru

Osip Mandel’štam (1891-1938)

Quasi a realizzare in totale asincronia un sogno romantico, Mandel’štam ha saputo cogliere in maniera totalizzante gli arcani ma millesimali ingranaggi secondo cui la natura specchia i sentimenti umani. Tutta la sua poesia è, di conseguenza, questione di nessi: tra animato e inanimato, passato e futuro, parola e referente; il poeta è un architetto che immagina e traccia mirabolanti strutture che contemplino e consacrino questi nessi.

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Cita come:
Mario Caramitti, Osip Mandel’štam (1891-1938), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-3 , operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus1041
Copyright 2024 Author(s)
Content License: CC BY-ND 4.0 DEED 

Opere

Osip Mandel’štam, Chi trova un ferro di cavallo e Ode d’ardesia, 1923 - OpeRus La letteratura russa attraverso le opere