Il ciclo sui santi Boris e Gleb (XI - XII sec.)
Silvia Toscano
Il ciclo sui santi Boris e Gleb (xi - xii sec.)
Boris e Gleb (al battesimo Roman e David) sono i primi santi martiri russi. Figli del principe di Kiev Vladimir i, il cristianizzatore della Rus’ (988), alla morte del padre, nel 1015, furono uccisi, ancora giovanissimi, da sicari inviati dal fratellastro Svjatopolk. I motivi non sono stati ancora del tutto chiariti: si trattò di rivalità nella successione al trono, di brama di vendetta o di gelosia? I due fratelli non opposero resistenza accettando la morte con cristiana rassegnazione. Furono per questo presto venerati come martiri (o più esattamente come strastoterpcy) e canonizzati già verso la fine dell’xi secolo, benché non avessero subìto il martirio per la fede in Cristo, ma per l’atteggiamento assunto davanti al sacrificio, che li rendeva “simili a Cristo. Di contro Svjatopolk, reo di un delitto tanto crudele, divenne nella tradizione russa antica il novello Caino e l’emblema di ogni male.
Una vicenda di questo sentore, con tratti, si potrebbe dire, da tragedia shakespeariana, non poteva non colpire l’immaginazione dei contemporanei: numerose sono infatti le opere dedicate ai due santi martiri, opere diverse per genere (annalistiche, agiografiche, liturgiche) e finalità, ma in qualche modo tutte connesse tra loro, anche se i rapporti di dipendenza reciproca sono ancora lungi dall’essere chiariti, nonostante una storia degli studi ricchissima che parte dall’Ottocento.
Cita come:
Silvia Toscano, Il ciclo sui santi Boris e Gleb (xi - xii sec.), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-30, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0082
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