Jurij Trifonov, La casa sul lungofiume (1976)
Noemi Albanese
La casa sul lungofiume (Dom na naberežnoj, 1976) di Jurij Trifonov
La memoria, “malleabile e inaffidabile”, viene presentata come estremamente selettiva: dimenticare, per Glebov, è una scelta che lo porta a crearsi una versione più accettabile di quanto è stato e a giustificare, inconsciamente, i tradimenti compiuti a fini meramente utilitaristici ed egoistici finalizzati a fare carriera. Questa inclinazione, però, non è da leggersi come un tratto esclusivo del personaggio, bensì come lo specchio di tendenze profondamente radicate nella società tardo-sovietica, dove il silenzio e l’oblio sono modalità di sopravvivenza al trauma.
Cita come:
Noemi Albanese, Jurij Trifonov, La casa sul lungofiume (1976), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-17, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0095
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Jurij Trifonov (1925-1981)
Jurij Trifonov nasce a Mosca il 28 agosto 1925; suo padre era un dirigente di partito, motivo per cui la famiglia abita dal 1932 al 1937 nella Casa del governo sul lungofiume Bersenevskij.
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