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Boris Pil’njak, L’anno nudo (1922)

Noemi Albanese

Noemi Albanese

L’anno nudo (1922) di Boris Pil’njak

“Se Belyj è fumo, Pil’njak è l’ombra del fumo” scrive Šklovskij nel 1925 in Teoria della prosa, evidenziando quelle affinità stilistiche e di poetica tra i due autori che erano diventate lampanti con la comparsa dell’Anno nudo (Golyj god, 1922) e avevano spinto molti critici a considerare Pil’njak nient’altro che un epigono. In effetti, il dibattito che si crea intorno al romanzo ha toni tanto accesi quanto polarizzati che si concentrano, da una parte, sul tentativo di decifrare l’ideologia dell’autore, il peso e il giudizio dato alla Rivoluzione e, dall’altra, sulla volontà di indagarne le componenti strutturali e innovative, con particolare riguardo ai principi della cosiddetta prosa ornamentale dei primi anni Venti.

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Cita come:
Noemi Albanese, Boris Pil’njak, L’anno nudo (1922), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-17, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0006
Copyright 2023 Author(s)
Content License: CC BY-ND 4.0 DEED 

Boris Pil’njak (1894-1938)

Boris Pil’njak (pseudonimo di Boris Wogau) nasce a Možajsk il 29 settembre (11 ottobre) del 1894. Il padre, un veterinario, discendeva da una famiglia di tedeschi del Volga, mentre la madre, un’insegnante, era originaria di Saratov; in gioventù entrambi erano stati vicini al movimento populista. Comincia a scrivere già da bambino, ma data il proprio debutto al 1915, quando alcuni racconti vengono pubblicati su riviste e almanacchi.
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