Aleksandr Suchovo-Kobylin, Le nozze di Krečinskij (1856)
Roberta De Giorgi
Le nozze di Krečinskij (1856) di Aleksandr Suchovo-Kobylin
All’indomani della prima rappresentazione delle Nozze di Krečinskij (Svad’ba Krečinskogo), al Malyj teatr di Mosca, alla fine del 1855, tra i recensori della pièce ci fu chi trovò che non si trattava affatto di una comune commedia (seppure così denominata dall’autore), ma piuttosto di una tragedia, soprattutto quando nella scena finale si percepivano il dolore e la delusione della giovane donna ingannata platealmente da un giocatore incallito a caccia di dote (il Michail Krečinskij del titolo), cui facevano seguito le parole del padre di lei che, annientato dalla vergogna e dal disonore, con un filo di voce suggeriva la fuga: “Scappiamo, matuška, scappiamo via! Dalla vergogna si può solo scappare!”
Cita come:
Roberta De Giorgi, Aleksandr Suchovo-Kobylin, Le nozze di Krečinskij (1856), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-23, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0062
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Aleksandr Suchovo-Kobylin (1817-1903)
Fino al tardo autunno del 1850 l’esistenza di Aleksandr Vasil’evič Suchovo-Kobylin, giovane rampollo di una famiglia di antico lignaggio, segue un percorso quasi obbligato per il rango d’appartenenza e per l’epoca.
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