Michail Zoščenko, Racconti degli anni Venti
Noemi Albanese
Racconti degli anni Venti di Michail Zoščenko
“Io voglio solo fare una confessione. Forse sembrerà strana e inopinata. Il fatto è che io sono uno scrittore proletario. O meglio, con le mie opere io parodizzo quell’immaginario ma autentico scrittore proletario che potrebbe esistere nelle attuali condizioni di vita e nell’ambiente attuale. Naturalmente un tale scrittore non può esistere, non ora, almeno. Ma quando esisterà, la sua società e il suo ambiente saranno sensibilmente più elevati, sotto qualunque punto di vista”. Queste scarne affermazioni costituiscono il fulcro di un breve testo autobiografico del 1928, Io, i critici e il mio lavoro (O sebe, o kritikach i o svoej rabote), posto in apertura della raccolta dedicata a Michail Zoščenko nella serie Mastera sovremennoj literatury, che sancisce la collocazione dell’autore nel canone letterario russo.
Cita come:
Noemi Albanese, Michail Zoščenko, Racconti degli anni Venti, in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-17, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0011
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Michail Zoščenko (1894-1958)
Michail Zoščenko nasce a San Pietroburgo il 29 luglio (10 agosto) del 1894. Suo padre, di origini ucraine, era un pittore appartenente al movimento dei peredvižniki, gli ‘ambulanti’, mentre sua madre, attrice fino a prima del matrimonio, pubblicava saltuariamente racconti sul quotidiano “Kopejka”. Nel 1913 si iscrive all’Università, dove studia giurisprudenza; l’anno seguente viene espulso per il mancato pagamento delle tasse, dovuto alle difficoltà economiche nelle quali versava la famiglia in seguito alla prematura morte del padre, avvenuta nel 1907.
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