Ivan Vyrypaev, Gli unici più alti alberi sulla terra (2022)
Noemi Albanese
Gli unici più alti alberi sulla terra (2022) di Ivan Vyrypaev
Scritta sul finire del 2021 e presentata nel luglio 2022 nella sua stesura definitiva, la pièce Gli unici più alti alberi sulla terra è leggibile come una sorta di compendio del credo artistico e dell’impegno civile di Vyrypaev, i cui temi chiave sono la centralità del dialogo tra gli esseri umani, il rapporto tra autore e spettatori, il rilievo assoluto dell’elemento ritmico, la riflessione sull’essenza del testo drammaturgico e sul ruolo che vi rivestono regista e attori. Per il drammaturgo il punto di partenza è la convinzione che ogni testo teatrale sia letteratura nel senso più alto del termine, “un tipo di letteratura che non si legge con gli occhi, ma si ascolta e si vede sul palco”, la cui anima e realizzazione più completa è da individuarsi nella dimensione performativa. Rimane aperta la questione di cosa sia la letteratura, identificata da Vyrypaev col testo drammaturgico stesso, che coincide, per lui, con la realtà, l’immagine del momento attuale, poiché l’arte deve sempre essere specchio dei tempi.
Cita come:
Noemi Albanese, Ivan Vyrypaev, Gli unici più alti alberi sulla terra (2022), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-18, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0029
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Ivan Vyrypaev (1974-)
Ivan Vyrypaev nasce a Irkutsk, in Siberia, il 3 agosto 1974 e, dal 2022, parla di sé come di un regista e drammaturgo polacco di origine russa. Diplomatosi come attore nel 1995 all’Accademia teatrale di Irkutsk, si trasferisce prima a Magadan, dove lavora per il Teatro Nazionale, e poi, l’anno successivo, a Petropavlovsk-Kamčatskij.
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