Evgenij Zamjatin, Noi (1921)
Giulia Gigante
Noi (1921) di Evgenij Zamjatin
Sin dall’icastico titolo, il romanzo Noi (My, 1921) rivela uno dei motivi portanti dell’opera: la sparizione dell’unicità dell’individuo in una società del futuro, in cui i singoli ‘io’ sembrano essersi dissolti confluendo in un unico, asettico e generalizzato ‘noi’. Nello Stato Unico descritto dall’autore, il processo di omologazione è spinto alle estreme conseguenze. Non ci sono più persone, ma ‘numeri’, vestiti tutti uguali e contraddistinti da un codice alfanumerico riportato su un’apposita piastrina delle loro uniformi azzurrognole, che vivono in case di vetro identiche tra loro. Non sono tenuti a pensare, prendere decisioni o esprimersi autonomamente, ma solo ad abbandonarsi supinamente al ritmo prestabilito, all’agenda collettiva della giornata, ai cinquanta movimenti masticatori obbligatori, alle ‘ore sessuali’ previa autorizzazione statale, alla passeggiata regolamentare in fila per quattro al suono delle trombe e così via.
Cita come:
Giulia Gigante, Evgenij Zamjatin, Noi (1921), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-21, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0089
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Evgenij Ivanovič Zamjatin (1884-1936)
Come una meteora Evgenij Ivanovič Zamjatin attraversa il cielo della cultura russa della prima metà del xx secolo tracciando una scia luminosa destinata a lasciare un segno profondo e duraturo.
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