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Anna Achmatova, “Ho stretto le mani sotto la scura veletta” (1911)

Mario Caramitti

Mario Caramitti

“Ho stretto le mani sotto la scura veletta” (1911) di Anna Achmatova

Dodici versi per narrare una storia intera. In equivalenza a un racconto in prosa, anche a una povest’. In queste sfolgoranti tre strofe – come d’altronde in tutta la sua poesia, in primis nelle tre raccolte giovanili, Sera (Večer, 1912), Perle di rosario (Čëtki, 1914) e Lo stormo bianco (Belaja staja, 1917) – Achmatova riesce a racchiuderei suoi massimi ed esclusivi talenti: narratività, laconismo d’enigma,empatia.

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Cita come:
Mario Caramitti, Anna Achmatova, “Ho stretto le mani sotto la scura veletta” (1911), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-17, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0092
Copyright 2025 Author(s)
Content License: CC BY-ND 4.0 DEED 

Anna Achmatova (1889-1966)

Nata Gorenko, agli esordi poetici Anna Achmatova ha scelto il cognome esotizzante della nonna materna tatara, sia per il fastidio che il padre ingegnere provava per la sua vocazione, sia per uscire dall’ombra del marito poeta, il ben noto Nikolaj Gumilëv.
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Anna Achmatova - Ho stretto le mani sotto la nera veletta - 1911 - OpeRus La letteratura russa attraverso le opere