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Jurij Oleša, Invidia (1927)

Mario Caramitti

Mario Caramitti

Invidia (1927) di Jurij Oleša

Nei quindici anni a cavallo della Rivoluzione l’essenza del gesto estetico aveva subito un’intensificazione e un’estremizzazione equi­parabile solo alla portata utopica dei rivolgimenti politico-sociali sottesi. Quando su questi si allunga l’ombra di un nuovo autocra­te, l’intelligencija che si avvia al calvario è divisa tra sconcerto e scoramento e avverte nel modo più lacerante le proprie contrad­dizioni. Di questo parla Invidia, con una chiarezza, una lucidità, una preveggenza che hanno eguali forse nel solo Zamjatin.

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Cita come:
Mario Caramitti, Jurij Oleša, Invidia (1927), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-19, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0047
Copyright 2024 Author(s)
Content License: CC BY-ND 4.0 DEED 

Jurij Oleša (1899-1960)

Jurij Oleša è l’incarnazione prototipica della linea c) del destino dell’intellettuale creativo di fronte all’avvento del moloch staliniano (nell’impossibilità dell’emigrazione): se a) è vendersi e b) è finire ammazzati, un non aureo, e in realtà meno praticato luogo intermedio è eclissarsi, tacere, occuparsi, al massimo, di traduzioni, sceneggiature, letteratura per l’infanzia.
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Jurij Oleša, Invidia, 1927 - OpeRus La letteratura russa attraverso le opere