Fёdor Sologub, Il demone meschino (1907)
Mario Caramitti
Il demone meschino (1907) di Fёdor Sologub
Questo orrore minimo della placida quotidianità di una provincia profonda, “sorda” come spiega il più eloquente dei calchi dal russo, cieca e bieca, eppure accesa da una travalicante sete di vita e squadernata nel corteo di demoni e demoniesse ancora più spiccioli e insulsi che circonda il protagonista, si è rivelato perfettamente consono allo spirito del tempo, eclettico e perplesso, ed è valso a Sologub un enorme successo, accompagnato persino dal tributo, pur non di lungo corso, dell’antonomasia peredonovščina, che inserisce il turpe professore nella lunga serie degli eroi del proprio tempo, da Onegin e Pečorin al più prossimo e già inflazionato oblomovismo.
Cita come:
Mario Caramitti, Fёdor Sologub, Il demone meschino (1907), in OpeRus: la letteratura russa attraverso le opere. Dalle origini ai nostri giorni, a cura di M.C. Bragone, M. Caramitti, R. De Giorgi, L. Rossi, S. Toscano, Wojtek Edizioni, Pomigliano d'Arco (NA) 2023-, pp. 1-19, operus.uniud.it.
ISBN 9788831476386, DOI 10.61004/OpeRus0010
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Fëdor Sologub (1863-1927)
Ex insegnante di ginnasio come il suo leggendario ‘demone’ Peredonov, Sologub è protagonista di una delle più prodigiose trasformazioni del tessuto biografico nelle lettere russe, facendosi da piccolo uomo autentica star dal vastissimo consenso di pubblico.
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